La commissione Bilancio della Camera approva un emendamento che cancella il R.D. 148/31, colonna portante dei trasporti e degli Autoferrotranvieri italiani
La Conversione in legge del D.L. n. 50 del 24 aprile 2017 (manovra correttiva), recante “Disposizioni urgenti in materia finanziaria, iniziative a favore degli enti territoriali, ulteriori interventi per le zone colpite da eventi sismici e misure per lo sviluppo”, ha riservato un’amara sorpresa per gli autoferrotranvieri italiani: l’emendamento 27.40 che cancella, di fatto, il R.D. 148/31, colonna portante della Categoria e dei trasporti pubblici locali.
L’emendamento, presentato dalla deputata Stefania Covello (Pd), è stato licenziato sabato 27 maggio dalla Commissione Bilancio della Camera dei Deputati e ora, salvo ripensamenti dell’ultima ora del Governo e della maggioranza, è parte integrante della manovra correttiva. Una decina di righe in tutto, forse meno, ma sufficiente a smantellare e a gettare nella giungla ciò che resta degli autoferrotranvieri e dei trasporti pubblici in Italia. “Il regio decreto 8 gennaio 1931, n. 148 – recita l’atto –, e la legge 22 settembre 1960, n. 1054, sono abrogati, fatta salva la loro applicazione fino al primo rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro di settore e, comunque, non oltre un anno dalla data di entrata in vigore del presente decreto”.
Pesante la reazione del Sindacato Unitario Lavoratori: “Il Governo Gentiloni è nemico dei tranvieri”, ha tuonato il Segretario nazionale del SULCT Antonio Pronestì, “se il Consiglio di Stato non ha permesso alla Madia e al Governo Renzi di abbattere l’ultimo baluardo a tutela degli Autoferrotranvieri, ecco che arriva l’On. Stefania Covello (PD) in soccorso. Il Decreto Legge 50/2017, dell’attuale Governo Gentiloni, che nulla ci azzeccherebbe con la materia, si sta prestando per il colpo di coda. Stanno per eliminare le tutele dei tranvieri, non possiamo e non vogliamo permettere che ciò accada, per questo siamo disposti ad aprire una vertenza con tutte le Organizzazioni interessate e ricorrere in tutte le sedi opportune per ostacolare questo ennesimo colpo mortale alla nostra Categoria”.
Infatti, anche la Riforma Madia – Pubblica Amministrazione (Legge 124/2015) prevedeva la cancellazione del R.D. 148/31, ma è stata bocciata dalla Corte Costituzionale, con sentenza n. 251/2016, perché ritenuta parzialmente incostituzionale, “nella parte in cui prevede che i decreti legislativi siano attuati previa acquisizione dei parere reso in sede di Conferenza unificata, anziché previa intesa in sede di Conferenza Stato-Regioni”. Secondo la Corte ledeva, in alcuni punti chiave, l’autonomia delle Regioni: su dirigenti pubblici, organizzazione del lavoro, società partecipate e servizi locali. I decreti attuativi hanno bisogno di una “intesa” coi governatori in Conferenza Unificata, non di un semplice “parere”. Vizi che quasi certamente saranno riscontrati nell’emendamento Covello, approvato dalla Commissione Bilancio, sabato 27 maggio.
“Perché con un emendamento”, incalza il Segretario SULCT del Lazio Renzo Coppini, “alcuni politici si ostinano ad attaccare le regole? Cosa ci guadagnano? Soprattutto, chi ci guadagna? La tutela del trasporto pubblico locale e dell’Autoferrotranviere passa attraverso leggi chiare. Volerle a tutti i costi abrogare significherebbe la completa deregolamentazione del settore, con conseguenze negative per l’utenza nell’erogazione di un servizio così importante come il Tpl. Se questo è il futuro che questa classe politica, oggi maggioranza, vuole dare a Roma, al Lazio e all’Italia, sappia che si troverà contro per primi proprio gli Autoferrotranvieri”.