Mentre la Categoria si appresta a lottare, con tutte le proprie forze, irrompe la lettera scritta da un Lavoratore Atac ora in pensione
Rabbia e sdegno, gli autoferrotranvieri ritrovano l’unità e sono pronti alla mobilitazione, contro la cancellazione del RD 148/31, inserita nella Manovra Correttiva con l’emendamento della deputata calabrese Covello. E mentre la Categoria si appresta a lottare, con tutte le proprie forze, suscita un certo interesse la lettera scritta da un ex-dipendente Atac, assunto nel 1974 e adesso in pensione. «Nei fatti le Organizzazioni Sindacali sono compartecipi della soppressione del Regio Decreto», attacca, «ed è stato un bene che ci siamo svegliati dal torpore».
L’appello è accorato, sentito, e ha fatto subito breccia tra i Lavoratori. «Ragazzi io conosco bene – prosegue – sia i Confederali che i partiti governativi, PD in testa; useranno tutti gli strumenti in loro possesso per bloccare la protesta che sta montando. Troppe volte ho sentito “non ci riguarda”o “tranquilli poi rimettiamo le cose a posto, con il Contratto sistemiamo tutto”. Falsi! Bugiardi! Con questi giochetti hanno portato la Categoria ad un livello inferiore e ora vogliono darle il colpo di grazia abolendo la 148, l’unica legge che nel bene nel male garantisce giuridicamente la Categoria, portandola indietro al 1930».
«Questa legge impedisce l’entrata generalizzata dei privati, impedisce» altresì «con l’art. 26 che si faccia scempio dei Lavoratori, garantendo il passaggio d’azienda. È grazie alla 148 che i dipendenti di Trotta e Sotram sono stati integrati nella Roma Tpl, altrimenti sarebbero stati licenziati». E ancora: «Con quale coraggio chi, per uno strano legame clientelare, da piccola cabotaggio, cambi turno, congedi e rapporti, può parlare e guardare in faccia i propri figli? Nessuna tessera sindacale, nessuna conoscenza politica salverà quel poveraccio, che si troverà di fronte ai Privati. Ancora ci sono lavoratori che hanno dubbi? E che magari trovano appigli?».
Arriva poi l’affondo: «A coloro che provano a convincere della bontà della soppressione della 148, dico: o siete ignari oppure siete prezzolati o arrivisti, che per il loro interesse personale, magari per fare carriera aziendale o politico/sindacale, si vendono l’anima e fanno danni enormi ai Lavoratori. Bene, mettiamo questi personaggetti alla gogna, si meritano il nostro disprezzo».
«L’unica possibilità che abbiamo è proseguire, intensificare la lotta fino al raggiungimento dell’obiettivo, e cioè il mantenimento del Regio Decreto. Oltre ai sit-in, è determinante che il 16 giugno lo sciopero riesca al 100 per cento, a Roma e nel resto dell’Italia. Nessun bus, metro e treno deve circolare! Non ci sono attenuanti per nessuno, oggi è l’ultima battaglia», conclude la missiva, «o si vince o si perde; non ci sono altre strade, chi non lotta ha perso in partenza».
«Solo chi è salito su un autobus o su un treno, può capire cosa significa Essere Autoferrotranvieri», chiosa il Segretario del SULCT Renzo Coppini, «vedere l’alba, il tramonto, ascoltare i suoi della notte, incontrare un collega e salutarlo a ogni corsa, sentirsi solidali, aiutarsi l’un con l’altro. In una sola parola: categoria, famiglia, unità e coesione. Questo rappresenta il RD 148, l’Autoferrotranviere. E cancellarlo, significa togliere la speranza, il futuro e le certezze».
«La politica per interesse legate a logiche, che poco hanno a che vedere con questi principi, interviene distruggendo, e noi non possiamo permetterlo. Non possiamo consentire che si elimini ciò che rappresenta l’ossatura portante della nostra Categoria, lasciando per giunta un vuoto legislativo».
Nella giornata del 13 giugno, il primo sit-in di protesta (dalle 16 alle ore 19) sotto la sede del Senato della Repubblica, le cui commissioni stanno esaminando il provvedimento economico. Un altro picchetto ci sarà venerdì 16, in concomitanza dello sciopero, e, infine, lunedì 19, ma dalle 10 alle ore 14. La battaglia è appena iniziata.
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