“Non si tratta di una Regio Decreto antiquato, ma di un Decreto che disturba il manovratore nel progetto di privatizzazione dei servizi essenziali”
Comunicato Stampa
Il SUL all’attacco: «Slogan per limitare la Libertà dei Lavoratori»
«L’alta l’adesione allo sciopero nazionale di ieri, rappresenta una risposta concreta contro l’abrogazione del Regio Decreto 148/31, avvenuto mediante un emendamento ingiusto, infilato in maniera subdola, che lascia l’arduo compito alla contrattazione collettiva di sostituirsi ad una legge che per otre 80 anni ha garantito la mobilità dei cittadini». È quanto dichiara in una nota il Segretario del SULCT Antonio Pronestì.
«Non si tratta di una Regio Decreto antiquato – spiega -, ma di un Decreto che disturba “il manovratore del terzo millennio” nel progetto di privatizzazione dei servizi essenziali, che i cittadini hanno difeso con il Referendum del 2011, puntualmente disatteso dalla politica. Il business del trasporto pubblico è molto appetibile alle lobby private che i sindacati Confederali e le scelte della dirigenza PD, forse, vorrebbero agevolare. È bene che i cittadini sappiano che non si tratta di difendere “privilegi che non esistono”, ma di fare il Ponzio Pilato per scaricare le responsabilità politiche dello sfascio delle aziende e favorire il cannibalismo della cosa pubblica a vantaggio dei privati».
«Abbiamo letto e sentito, dai media, due eccellenti dichiarazioni una da parte politica e l’altra da parte sindacale, la cosa che ci lascia perplessi è che entrambi invece di preoccuparsi veramente dei cittadini/utenti del trasporto pubblico e dei problemi dei lavoratori, hanno colto l’occasione di lanciare solo slogan utili al loro obiettivo comune. E cioè, limitare lo sciopero a chi disturba “il manovratore” e privatizzare il settore. Inoltre, è palese che la politica sta calpestando i cittadini e la loro volontà, con il tentativo di cambiare la Costituzione Italiana e distruggere ogni tutela del Diritto. Non possiamo che stigmatizzare chi sta contro i cittadini liberi e contro i lavoratori che denunciano civilmente con il diritto dello sciopero una scelta sbagliata della politica».
«Se non ci sarà un segnale concreto – conclude il Segretario -, che modifica quanto stabilito nella Manovra (DL 50/2017), all’articolo 27 per quanto riguarda l’abrogazione del Regio decreto 148/31 e all’articolo 48 per quanto concerne le clausole sociali, nei casi di liberalizzazione e privatizzazione delle aziende dei servizi essenziali di trasporto, non ci resta altro che proseguire con il diritto civile di protestare con lo sciopero, peraltro garantito costituzionalmente e già fortemente limitato dalle leggi dalla normativa legislativa vigente. Il 26 giugno ci sarà uno sciopero di 4 ore a livello nazionale».