
I Lavoratori manifestano sotto Montecitorio. Il SULCT: “Facciamo paura alla politica, ecco perché hanno infilato di soppiatto quell’emendamento”
La vertenza degli Autoferrotranvieri giunge a Montecitorio, sede della Camera dei Deputati, dove la contestatissima Covello, esponente del Pd, ha infilato nella Manovrina, ora al Quirinale in attesa della firma del Presidente della Repubblica Mattarella, l’emendamento che ha cancellato di colpo il Regio Decreto 148/31.
Affianco ai Lavoratori, le Organizzazioni di base o «minori» (UTL, Or.Sa. Tpl, Faisa Confail, USB, M410 e, ovviamente, il SULCT), quelle stesse che, malgrado le invettive della politica e dei Confederali, sono riuscite a strappare un’adesione plebiscitaria in occasione dello sciopero del 16 giugno (98% dell’esercizio). Dati che avrebbero dovuto invitare a una profonda riflessione, che, di fatto, non c’è stata.
«L’ultimo ostacolo da abbattere sono gli Autoferrotranvieri», tuona Renzo Coppini, Segretario Regionale del SULCT, «ecco il motivo di quell’emendamento, inserito di soppiatto, di nascosto, di notte: hanno paura del confronto, temono la coesione della nostra Categoria, che si sta legittimamente ribellando alle loro idee di precarizzazione». «Si sono affrettati», continua, «di fare dichiarazioni contro la legge sullo sciopero, che è la più rigida d’Europa, grazie alla Sinistra. Sì, e mi dispiace ammetterlo, ma le battaglie più grandi le abbiamo combattute coi governi di centrosinistra che, per natura, dovrebbe tutelare i diritti dei Lavoratori».