Mentre prosegue la telenovela tra l’Atac e il Campidoglio, tra colpi di scena e intricati gialli, le aggressioni continuano a essere all’ordine del giorno
Mentre prosegue la telenovela tra l’Atac e il Campidoglio, tra colpi di scena e intricati gialli, degni di Agatha Christie, le aggressioni continuano a essere all’ordine del giorno. Ma nessuno pare essere interessato, perché, diciamolo, la stragrande maggioranza dei media è oberata a maciullare il personale aziendale e far da sponda, con trovate ridicole, all’inutile referendum dei Radicali, la cui emittente radiofonica, tanto per dire, ha incassato dallo Stato ben 37milioni e 175mila euro dal 2003 ad oggi.
All’alba di questa mattina, 30 luglio, l’ennesimo assalto, stavolta a Porta San Paolo, stazione di testa della Roma-Lido. Il resoconto è da brividi, sala del Dirigente Locale fatta a pezzi, letteralmente, e vigilante rimasto ferito, mentre cercava di placare la furia del branco, che voleva entrare sprovvisto del regolare titolo di viaggio. Protagonisti un gruppetto composto da cinque minorenni, tra i 16 e 17, evidentemente sotto effetto di alcool e di droghe che, armati di bottiglie, sassi, bastoni e di un estintore, reperito in stazione, si sono scagliati contro la guardia giurata, la sola in servizio in quel momento, e poi messo a soqquadro la sala del Dirigente Locale, spaccando vetri e rompendo gli strumenti utili al controllo dell’esercizio ferroviario in entrata/uscita.
«Quanto accaduto alla stazione di Porta San Paolo è di una gravità assoluta – spiega il Segretario del SULCT Renzo Coppini -, ma purtroppo non è l’unico episodio di natura teppistica della giornata. Infatti, poco dopo mezzogiorno, alcuni colleghi della rimessa di Magliana, quella vicino all’omonimo campo rom, ci hanno riferito di aver trovato le proprie autovetture danneggiate. Gli autoferrotranvieri sono sotto attacco, sempre più ostaggio delle distorsioni della società civile, anche alimentate dall’assurda campagna denigratoria ordita nei confronti della Categoria».
È ancora in prognosi riservata l’autista di Siena colpito, con tre coltellate al torace da un migrante ivoriano di 19 anni in attesa del provvedimento di espulsione. «Dai quotidiani apprendiamo», continua il Segretario, «che questo tizio aveva già aggredito col medesimo livore un capotreno a Poggibonsi. È possibile andare avanti così? Siamo diventati lo sfogatoio dei cittadini, e questo non è più tollerabile. Occorre adeguare le normative, prevedere pene più severe; i tempi sono cambiati, drammaticamente, ce lo vogliamo mettere in testa?».
L’elenco è infinito. All’inizio di luglio un autista della Roma Tpl si è visto puntare un coltello alla gola, mentre, in sella alla scalcinata vettura comandata sullo 059, percorreva via Santa Rita da Cascia a Tor Bella Monaca, martedì 18, la replica sulla Tiburtina, in prossimità del Verano, stavolta ai danni di un conducente dell’azienda municipalizzata, in servizio sulla Linea 448. Reo di essersi rifiutato di far salire un passeggero fuori fermata. «Una volta montato in vettura», afferma Coppini «ha iniziato a inveire contro il povero autista, che non aveva fatto altro che rispettare il regolamento». Dalle parole alle percosse, il passo è stato breve. «Sì, si è poi fisicamente scagliato contro il collega, insieme a un altro passeggero che era bordo. Un’aggressione in piena regola, lo hanno riempito di pugni, strappato la divisa, sotto gli occhi di tutti e mentre guidava». Nessun articolo sui giornali? «Neanche una riga», risponde il Segretario, «è necessario ricordare che le aggressioni fanno da cornice alle sassaiole, minacce, insulti e, più candidamente, agli sputi che capitano ogni giorno sui mezzi, ma neanche queste interessano, salvo nei casi eclatanti». E già, dovesse andare di traverso il caviale e lo champagne agli editori delle testate (mah).
Però la richiesta di sospendere la fermata Cotral di Castel Romano è stata ripresa. «E menomale». Allora, qualche c’è un’attenzione. «Ma è sempre poco, rispetto all’emotività scaturita dalle inchieste, martellanti, che si leggono, cosparse di insinuazioni, mezze verità e processi sommari, le quali danno all’opinione pubblica, e alle Istituzioni, un’immagine distorta degli autisti e dei macchinisti. Sai cosa sento dire in giro?» Cosa? «Che fanno bene a picchiarli. Per cui stiamo molto attenti, dico solo questo». Ma perché sospendere la fermata di Castel di Castel Romano? «Semplice, per proteggere l’incolumità del personale e degli utenti nonché evitare il danneggiamento delle vetture Cotral, patrimonio della collettività. Il discorso è sempre quello: a mali estremi, estremi rimedi».
Come uscirne? «Da anni il SULCT chiede il riconoscimento della figura di pubblico ufficiale e l’inasprimento dei reati di violenza o minaccia di cui all’articolo 336 del Codice Penale e di resistenza a un pubblico ufficiale di cui all’articolo 337 del Codice Penale stesso. Ma il punto focale è la certezza della pena nonché il reintegro di molti reati che sono stati derubricati, rendendo il lavoro delle forze dell’ordine quasi inutile».
A proposito di Forze dell’Ordine, hai avuto un confronto col Comandante dei Carabinieri di Tivoli, giusto? «Sì, il 1 luglio la nostra Segreteria ha chiesto un incontro urgente per porre un freno ai ripetuti atti teppistici che si consumano nel quadrante compreso tra Borghesiana e Ponte di Nona, o Villaggio Falcone, ai danni degli operatori della Roma Tpl in servizio sulle linee 055, 056 e 314. Venerdì passato [28 luglio ndr], ho avuto, per questo, un incontro col Comandante della Stazione dei Carabinieri territoriale, che è quella di Tivoli. Il confronto è stato proficuo, il Comandante ci ha garantiti una maggiore attenzione di quelle zone. Un’ultima cosa?» Cosa? «Ma se le indagini dell’incidente in Linea B sono in corso», conclude il Segretario, «la Sindaca Raggi come fa a dire, in una recente intervista, che saranno presi provvedimenti severi nei confronti del macchinista? Che elementi ha in mano? Secondo il mio parere avrebbe fatto meglio ad evitare, per smorzare i toni e scongiurare nuove rappresaglie mediatiche». Infatti.