ROMA TPL, SULCT LAZIO: «Lavoratori senza paga e il Comune tace»

«Nonostante le rassicurazioni dell’Azienda, i dipendenti della società Roma Tpl non hanno ancora percepito gli emolumenti relativi al mese di dicembre»

Roma, 15 Gennaio 2015

Comunicato Stampa
Roma TPL, SULCT-UTL-FAST: «Lavoratori senza paga e il Comune tace»

«Nonostante le rassicurazioni dell’Azienda, i dipendenti della società Roma Tpl non hanno ancora percepito gli emolumenti relativi al mese di dicembre, nel silenzio abissale del Campidoglio e della Prefettura». È quanto riferisce in una nota la Segreteria SULCT Lazio. «Sono ritardi oramai divenuti cronici, denunciati a più riprese nelle opportune sedi Istituzionali, che non hanno portato a nessun riscontro fattivo. Solo promesse su promesse, accordi su accordi, in sostanza molte chiacchiere e nulla di concreto: in uno dei tanti incontri, la Prefettura aveva paventato l’ipotesi di confiscare le vetture alla RomaTpl, qualora il problema si fosse ripresentato. Cos’è successo? Nulla. Vogliamo parlare, inoltre, della delibera approvata dall’Assemblea Capitolina il 9 maggio 2017, che impegnava l’Amministrazione a subentrare nel pagamento degli stipendi? Anch’essa è rimasta lettera morta, come tutti gli impegni assunti in questa vertenza».

«La situazione è drammatica – prosegue la Segreteria – e si protrae da diversi anni, insieme al rimpallo delle responsabilità, che deve necessariamente terminare. Dove sono i Radicali? E le associazioni dei Consumatori? Ognuno deve assumersi le proprie responsabilità, a cominciare dal Campidoglio, che ha gli oneri e i doveri previsti dal contratto di servizio, a far rispettare l’emissione regolare degli stipendi attuali e futuri e a far tesoro delle croniche problematiche di Roma TPL nella programmazione dell’imminente gara, vista la scadenza del contratto in essere a maggio 2018».

«A pesare sullo stress è, ancora, la gravissima crisi aziendale, minata dalla carenza sia di vetture che del personale nonché da una programmazione del lavoro approssimativo: elementi che si ripercuotono ogni giorno sul servizio erogato all’utenza. Se questo è il privato nel comparto dei trasporti, che tanto piace ai Radicali, meglio lasciare stare, lo diciamo da tempo. È assurdo pensare di avallare un modello che calpesta i diritti dei Lavoratori e che non garantisce la mobilità ai cittadini».   

***FINE DEL COMUNICATO***