Dopo la sassaiola a Magliana, un altro bus Atac, comandato sull’88, è stato bersagliato e reso inutilizzabile per il servizio
Dopo le sassaiole a Magliana, un altro bus Atac è stato bersagliato e reso inutilizzabile per il servizio. Il criminale gesto sabato sera, 10 settembre, mentre la vettura, comandata sull’88, era in procinto di raggiungere il capolinea di Largo Labia a Montesacro.
Il fatto intorno alle 22, una frazione di secondi e il vetro, della porta centrale, è volato in mille pezzi. Colpito da un sasso o, presumibilmente, da un piombino sparato da una pistola, com’è successo nei mesi scorsi sempre per le vie di Montesacro. Nessun ferito, fortunatamente, ma solo tanto spavento tra gli utenti che in quel momento si trovavano a bordo. L’autista del mezzo, per non aumentare i disservizi e lasciare i cittadini a piedi, è tornato di corsa in rimessa, quella di Portonaccio, sostituito la vettura con un’altra e tornato a Largo Labia per garantire la partenza – sacra – di mezzanotte, cioè l’ultima. Gesto da non sottovalutare.
Giorni addietro quello stesso capolinea è stato oggetto di un gesto altrettanto folle. Per ragioni incomprensibili, infatti, un tizio non solo ha dato fuoco alla struttura aziendale, ma ha anche spruzzato il liquido infiammabile sul volto di un conducente della Linea 90, tanto da costringere il malcapitato lavoratore, intervenuto per dissuaderlo, a ricorrere alla cure mediche. Due casi eclatanti, nessuna riga sui giornali.